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In data 23 aprile 2020 il Tribunale di Coblenza (Germania) ha svolto un’udienza con l’ausilio di gabbiotti in plexiglass, al fine di prevenire un’occasione di contagio da Covid-19, garantendo lo svolgimento del processo in presenza fisica.

La questione ha dato vita a numerosi dibattiti tra avvocati, specie nei social network, nella quale emerge un punto molto dibattuto: è preferibile svolgere udienze da remoto oppure può essere utile tener conto di altre misure preventive che possano garantire la comparizione in giudizio?

Infatti, se da una parte la giustizia telematica sta permettendo una continuità dell’attività giudiziaria, dall’altra bisogna tener conto della difficoltà di captare il linguaggio del corpo, di analizzare la produzione documentale e di altri elementi che, per un difensore, possono essere considerati strumenti essenziali per lo svolgimento di un processo, in particolare in ambito penale.

Per ciò che concerne la materia civilistica, invece, si è potuta constatare fortunatamente ancor di più l’efficacia della Mediazione civile. Infatti, grazie ad essa è stato possibile accorciare i tempi di risoluzione di ogni controversia, ottenendo un titolo esecutivo al pari di una sentenza e soprattutto incentivando la velocità della modalità telematica, spesso trascurata in precedenza.

L’esempio della Germania potrebbe suscitare validi spunti per un’ulteriore regolamentazione dello svolgimento delle udienze nei Tribunali nelle fasi che si prospettano. L’installazione di lastre di plexiglass nei Tribunali garantirebbe, in sicurezza e con una continua sanificazione, lo svolgimento delle udienze in Aula, ovviamente tenendo conto della distanza sociale, dell’obbligo di munirsi di dispositivi di sicurezza e rendendo necessario un ordine di entrata ed uscita per evitare sovraffollamenti nei corridoi, che potrebbero causare un eventuale contagio.

Bisognerà senza dubbio tener conto anche degli spazi, poiché una misura come quella illustrata dalla Germania potrà essere attuata solo se vi saranno spazi sufficienti per garantire la distanza sociale e il rispetto delle linee guida per lo svolgimento in sicurezza dell’attività giudiziaria.

Il Covid-19 ha dato prova di una giustizia che sa adattarsi anche in condizioni di massima straordinarietà, grazie al senso di responsabilità di chi quotidianamente garantisce la continuità dell’attività giudiziaria nel rispetto dei protocolli indicati. Si prospetta un nuovo modello di giustizia, nonché una nuova realtà che, riscoprendo il suo “lato smart”, ha offerto validi spunti per una modernizzazione e digitalizzazione che non sembrava possibile fino a quando non è stato necessario attuarla, a causa dello stato emergenziale derivante dalla pandemia.