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Quando la soffitta è accessibile esclusivamente da un unico proprietario è consentito allo stesso di modificarne l’utilizzo e renderla unità abitabile. Ma non sempre è facile effettuare tale modifica. L’ordinanza n. 857/2019 pronunciata dalla Cassazione ha chiarito la questione dichiarando che, se la soffitta è accessibile solo da un unico proprietario, non lede “l’uso paritetico degli altri partecipanti”.

Ci sono però delle condizioni da rispettare:

  1. Sotto il profilo tecnico bisogna valutare la possibilità di allacciare i servizi comuni, a cui gli altri proprietari potrebbero opporsi se l’allacciamento non garantisce il corretto funzionamento dell’intero impianto.
  2. Se la trasformazione comporta un aumento di superficie di più di un quinto del valore proporzionale dell’unità immobiliare, bisognerà rettificare le tabelle millesimali il cui costo è a carico di chi ha effettuato la modifica.
  3. Altra opposizione può esser fatta se la trasformazione della soffitta in unità abitativa arreca danno alla sicurezza e alla stabilità dell’edificio: bisogna analizzare se ad esempio la pavimentazione è atta a reggere il peso dell’intervento e se vi è la possibilità di realizzare finestre per consentire la circolazione di luce e aria. Per quanto riguarda l’altezza della soffitta è necessario informarsi sui limiti imposti dal regolamento edilizio comunale.
  4. È inoltre da considerare il regolamento contrattuale che potrebbe contenere il divieto alla trasformazione della soffitta in abitazione.