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Con la Legge di Bilancio 2019 il regime della cedolare secca è stato esteso anche alle unità immobiliari di categoria C/1: negozi e botteghe, incluse le pertinenze. Prima della legge finanziaria, infatti, l’opzione poteva essere esercitata per unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A/1 a A/11 (ad eccezione dell’A/10 – uffici e studi privati) locate ad uso abitativo.

Le condizioni però per poter beneficiare della cedolare anche per i locali commerciali sono le seguenti:

  1. l’immobile deve avere una superficie complessiva non superiore a 600 mq;
  2. gli appartamenti di categoria A/10 ad uso ufficio, i laboratori artigianali C/3, le locazioni commerciali di alberghi D/2 e opifici D/1 sono esclusi dalla cedolare secca;
  3. il proprietario deve essere persona fisica e non società, ente o impresa;
  4. la cedolare secca può essere applicata solo ai nuovi contratti sottoscritti nel 2019 e unicamente per quelli successivi al 15/10/2018, per cui si evince che tali contratti potrebbero essere risolti anticipatamente e stipulati nuovamente, nel corso del 2019, per poter beneficiare del regime facoltativo;
  5. l’aliquota applicabile è al 21% e sostituisce l’Irpef e le relative addizionali, l’imposta di registro e di bollo.

Il ricorso alla cedolare secca risulta vantaggioso per chi possiede diversi immobili affittati oppure ha altri redditi oltre quello della locazione e, in ogni caso, raggiunge un’aliquota elevata. Chi invece ha un reddito basso deve valutare con attenzione la convenienza dell’imposta sostituiva del 21%.