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Pietro ed Elisa sono comproprietari di un immobile al 50% acquistato anni prima durante il periodo di convivenza more uxorio. Quando la relazione termina Pietro chiede ad Elisa di vendere l’immobile e dividere il ricavato, dopo aver calcolato l’effettivo contributo di ognuno all’acquisto, ma Elisa rifiuta.

Pietro, all’atto dell’acquisto dell’appartamento aveva versato la somma di € 30.000 a titolo di caparra e successivamente i due conviventi avevano acceso un mutuo per € 128.000, intestando il bene al 50%. Dopo 8 anni di convivenza i due decidono di separarsi e Pietro chiede ad Elisa di mettere in vendita la casa per potersi comprare un appartamento più piccolo per sé. Oltre a voler incassare il 50% della vendita, Pietro però vorrebbe recuperare i 30.000 € che aveva dato come caparra, ma Elisa non è d’accordo e oltre a rifiutarsi di vendere l’immobile cointestato nega di sottoscrivere il documento che Pietro aveva preparato, in cui veniva dato atto che la caparra era stata pagata solo da lui. Pietro si rivolge ad un avvocato che gli consiglia di avviare la mediazione, poiché condizione di procedibilità prima di incardinare l’eventuale giudizio. I due prendono parte alla mediazione con i rispettivi legali e, dopo sessioni congiunte e separate, con l’aiuto del mediatore, stabiliscono che Elisa acquisisca la quota di proprietà di Pietro per € 120.000 e si accolli anche le spese notarili e di registro. Pietro potrà così acquistare un suo piccolo appartamento, mentre Elisa potrà rimanere nella casa, senza obbligo di venderla.