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ADR IN REGIONE
Presentato a Roma, nella sede della Provincia, il nuovo Rapporto 2015 sui conflitti e sulla conciliazione, in veste, quest’anno, del tutto innovativa.

A pochi passi da Piazza Venezia, all’interno della Sala Peppino Impastato del nobile Palazzo Valentini, con la partecipazione della maggior parte degli autori dei saggi che compongono la ricerca, il 3 dicembre è stato illustrato il lavoro compiuto da giuristi, statisti ed esperti di diritto, di individuazione e osservazione dei principali strumenti di risoluzione delle controversie, alternativi al ricorso al giudice.
Dopo il saluto del Vicesindaco, Paolo Alessandri, il Presidente del Tribunale di Roma e dell’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione, Mario Bresciano, assieme ad Alessandro Sterpa, Commissario Straordinario dell’Istituto di Studi Giuridici del Lazio A. C. Jemolo e Coordinatore del Comitato scientifico dell’Osservatorio, hanno presentato il Rapporto, frutto di un lavoro approfondito di ricerca multidisciplinare, che ha ricevuto l’apporto del mondo accademico e di vari organismi, quali il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma e quello dei Notai, l’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili, dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Lazio Service SpA, la Camera di Conciliazione di Roma, la Città metropolitana di Roma Capitale.
Scopo del Rapporto è stato quello di individuare l’evoluzione e il consolidamento nella nostra società e in particolare nel territorio laziale delle nuove forme di giustizia, le cosiddette ADR (Alternative Dispute Resolution), utili a prevenire il contenzioso giudiziario.

 

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L’attività dell’Osservatorio è stata quella di creare principalmente una banca dati e un punto informativo, di organizzare corsi di studio e aggiornamento, attività di servizio, attraverso consulenze. Oltre agli apprezzati studi statistici, curati da Paola Moreschini, proficui non solo per il Governo e il Parlamento per intervenire efficacemente a livello legislativo, ma anche per i cittadini per orientarsi nel settore, l’accurata relazione del 2015 ha cercato di approfondire tematiche in cui, ad oggi, il tema della conciliazione è ancora poco dibattuto e che interessano i più svariati ambiti: quello delle comunicazioni (Co.Re.Com. Lazio), tributario, del diritto comparato (studio molto interessante, condotto dalla Prof.ssa Claudia Troisi, in cui la disciplina della mediazione è stata messa a confronto nell’ordinamento italiano e in quello spagnolo), l’ambito culturale (la figura del mediatore culturale nelle PA), quello socio-sanitario (proposta di legge regionale n. 120/2014 sul modello della legge regionale del Veneto n. 15/2009) e quello familiare (mediazione familiare e mediazione penale minorile). Ciascun contributo ha fornito approfondimenti utili ad avere un quadro, non solo sul piano regionale, ma anche nazionale, della situazione attuale della conciliazione extragiudiziale nei molteplici campi, tra cui, ad esempio, quello tributario, curato da autori come Pietro Selicato, Danila D’Eramo e Dorina Casadei. La mediazione tributaria, introdotta nel 2011, attraverso lo strumento del “reclamo-mediazione”, è un’attività obbligatoria, finalizzata alla ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, il cui valore non superi ventimila euro. La sua peculiarità è che, a differenza di altre ADR, la mediazione tributaria non si avvale di un soggetto terzo ed imparziale, ma della stessa Agenzia delle Entrate, che affida il contenzioso ad una sua struttura interna, diversa da quella che ha emanato l’atto, con il compito di riesaminare la pratica.

Uno studio interessante è stato quello curato da Nicola Viceconte, che ha trattato il tema della conciliazione volontaria negli ordinamenti regionali, per assicurare la qualità dei servizi pubblici con conseguente risparmio di spesa. Dopo aver portato come esempio gli interventi legislativi adottati dalla Provincia autonoma di Bolzano, da quella di Trento e dalla Regione Veneto nel settore sanitario, ha richiamato all’attenzione la proposta di legge del Lazio n. 120/2014 “Disposizioni per favorire la conciliazione nelle controversie sanitarie e in materia di servizi pubblici”, che ha ricevuto largo consenso nella Giunta regionale e che ha come obiettivo la creazione di una Camera di conciliazione regionale con il compito di comporre in via stragiudiziale le controversie insorte tra soggetti erogatori di servizi pubblici regionali e i cittadini-utenti, in molteplici settori, oltre a quello sanitario. Sistema che verrà esteso anche ai Comuni e agli enti locali.

rapporto-mediatori-2Esperienza positiva nell’ambito extragiudiziale è l’attività del Co.Re.Com Lazio (Comitato Regionale per le comunicazioni), che svolge funzioni di governo e controllo del sistema delle comunicazioni nel territorio di competenza, assicurando terzietà e gratuità agli utenti che devono risolvere una controversia con il fornitore del servizio, in modo semplice e rapido. Intervenuto al riguardo il Presidente del Corecom, Michele Petrucci, il quale ha portato dei dati piuttosto significativi: “Il settore delle telecomunicazioni è molto complesso: la tecnologia viaggia velocemente, il consumatore è esigente e sempre più raffinato. Per questo la conflittualità è molto forte. (…) Vengono depositate presso il nostro Comitato circa undicimila istanze l’anno, le prime udienze vengono fissate entro quaranta giorni e si concludono con l’80% di successo”.
Grazie al coordinamento attento ed accurato, condotto dal Prof. Alessandro Sterpa, dei vari contributi che compongono la relazione, il lavoro di ricerca è stato incentrato principalmente sul territorio regionale laziale, in cui persiste una grande quantità di contenzioso, caratterizzata dall’abuso del processo. “È necessario –secondo il Prof. Sterpa- trasmettere l’idea che nelle comunità il conflitto c’è, esiste, ma può essere gestito con strumenti alternativi, partendo dalla consapevolezza che può essere considerato, a volte, l’inizio di relazioni, anziché la fine”. “Il Rapporto – ha commentato il Presidente Mario Bresciano- costituirà una pietra miliare per la soluzione alternativa dei conflitti”, perché permetterà al cittadino di approcciare in modo esaustivo la nuova idea di giustizia e svolgerà un ruolo guida a livello nazionale.

Daniela Auciello