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Dal 1° gennaio al 30 giugno 2021 è stata prorogata la sospensione delle procedure esecutive. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 128 depositata il 22 giugno 2021, ha ritenuto che nelle procedure esecutive relative all’abitazione principale il bilanciamento degli interessi non è più proporzionato; è mancato “un aggiustamento dell’iniziale bilanciamento sia quanto alla possibile selezione degli atti della procedura esecutiva da sospendere, sia soprattutto quanto alla perimetrazione dei beneficiari del blocco”. Tale sospensione -ha dichiarato la Corte- “non è compatibile con le modalità di celebrazione dei giudizi civili ed esecutivi, che sono ripresi gradualmente con modalità compatibili con la pandemia di Covid-19”.

Il sacrificio richiesto ai creditori avrebbe dovuto essere “dimensionato rispetto alle reali esigenze di protezione dei debitori esecutati, con l’indicazione di adeguati criteri selettivi quali previsti, tra gli altri, in materia di riscossione esattoriale”.

La sospensione delle procedure esecutive è “irragionevole” secondo la Corte, che ha dichiarato incostituzionale il blocco dei pignoramenti sulla prima casa. La Consulta ha infatti dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 13, comma 14, del Decreto-legge n. 183/2020 (cosiddetto “milleproroghe”). È stato considerato eccessivo il sacrificio dei creditori, che si sono visti occupare i propri immobili per lungo tempo.

La sentenza ha affermato che è incostituzionale il blocco dei pignoramenti sulla prima casa e che il diritto all’abitazione è un diritto sociale, invitando quindi il legislatore ad “adottare le misure più idonee per realizzare un diverso bilanciamento, ragionevole e proporzionato, tra il diritto del debitore all’abitazione e la tutela giurisdizionale in sede esecutiva dei creditori”.

Anche Confedilizia è intervenuta con un comunicato all’agenzia stampa Adnkronos, invitando il Governo ad “aprire gli occhi sull’iniquità del blocco degli sfratti”: “i proprietari, espropriati del frutto del loro risparmio, privi di reddito e costretti a pagare spese e tasse, vogliono giustizia”.

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