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Accade spesso che alcuni condomini non si presentino mai in assemblea e, di conseguenza, non si raggiunga il quorum deliberativo e di conseguenza le numerose convocazioni indette dall’amministratore risultino inutili. A seguito di questo problema, che potrebbe causare ingenti danni al condominio, si crea una situazione di stallo, anche nelle questioni che risultano di estrema importanza, come ad esempio: l’approvazione del rendiconto di gestione, la nomina dell’amministratore, gli urgenti interventi straordinari che minacciano di provocare danni a terzi, varie problematiche di infiltrazioni d’acqua dal lastrico solare o dal tetto, problemi derivanti da cornicioni pericolanti, che rischiano di cadere in testa ai passanti. Se in assemblea non si raggiunge la maggioranza per deliberare e, conseguentemente, non si possono prendere decisioni sulla gestione della cosa comune, ogni proprietario di appartamento può richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria. Nello specifico, si può richiedere l’intervento del tribunale quando:

L’azione del singolo condomino consiste nel richiedere l’intervento di un giudice, attraverso il deposito di un ricorso, procedimento di volontaria giurisdizione, che comporta una decisione in camera di consiglio. Il tribunale, quindi, potrà decidere al posto dell’assemblea dei condomini, nominare un amministratore giudiziario, ovvero nominato dal tribunale, con gli stessi obblighi, poteri e responsabilità di quello nominato dall’assemblea e il cui compenso sarà determinato dall’assemblea oppure dallo stesso giudice.