Quando la soffitta è accessibile esclusivamente da un unico proprietario è consentito allo stesso di modificarne l’utilizzo e renderla unità abitabile. Ma non sempre è facile effettuare tale modifica. L’ordinanza n. 857/2019 pronunciata dalla Cassazione ha chiarito la questione dichiarando che, se la soffitta è accessibile solo da un unico proprietario, non lede “l’uso paritetico degli altri partecipanti”.
Ci sono però delle condizioni da rispettare:
- Sotto il profilo tecnico bisogna valutare la possibilità di allacciare i servizi comuni, a cui gli altri proprietari potrebbero opporsi se l’allacciamento non garantisce il corretto funzionamento dell’intero impianto.
- Se la trasformazione comporta un aumento di superficie di più di un quinto del valore proporzionale dell’unità immobiliare, bisognerà rettificare le tabelle millesimali il cui costo è a carico di chi ha effettuato la modifica.
- Altra opposizione può esser fatta se la trasformazione della soffitta in unità abitativa arreca danno alla sicurezza e alla stabilità dell’edificio: bisogna analizzare se ad esempio la pavimentazione è atta a reggere il peso dell’intervento e se vi è la possibilità di realizzare finestre per consentire la circolazione di luce e aria. Per quanto riguarda l’altezza della soffitta è necessario informarsi sui limiti imposti dal regolamento edilizio comunale.
- È inoltre da considerare il regolamento contrattuale che potrebbe contenere il divieto alla trasformazione della soffitta in abitazione.